Il Blog di Alfredo Budillon

lunedì, dicembre 22, 2008

Questione Morale e Mezzogiorno


Ho partecipato qualche giorno fa presso la libreria Treves alla presentazione del Libro a più mani curato da Enzo Esposito dove anche io ho scritto un contributo . Con noi c’era anche Ernesto Paolozzi che ha sostenuto con alcune ragioni che se riduciamo tutta la questione Mezzogiorno a questione morale è finita…. Il punto però è un altro , è che qui al Sud come ho scritto nel mio saggio "si è costruito un circuito perverso per cui la mancanza di prospettive di sviluppo in settori strategici che possono reggere la competitività della globalizzazione e l’aggressività che viene soprattutto dall’Asia, alimenta un “non mercato” di piccolo cabotaggio dove l’imprenditore o il professionista in cambio di committenza pubblica o di percorsi protetti per contributi e appalti, rinuncia ad una rappresentanza politica e si affida ad un ceto politico che ha smesso di porsi l’obiettivo “etico” del buon governo della cosa pubblica e punta solo ad auto-perpetuare il proprio potere. La conseguenza è il prosciugarsi di una classe dirigente meridionale degna di questo nome…..”
o come scrive Mario Parente nel suo saggio “…il vuoto è quello del ruolo dei soggetti collettivi e della democrazia nel Mezzogiorno e la pienezza stracolma è quella del patto tra tali sogget¬ti per la gestione della ricchezza nel Mezzogiorno, a partire dalle risorse pubbliche…".D’altra parte ieri Scalari su Repubblica ha riportato queste frasi “Molti italiani si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato e delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ottenuto vantaggi o sperano di riceverne o temono di non riceverne più.
La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendovi dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, denunciarli e metterli in galera. La questione morale nell'Italia di oggi fa tutt'uno con l'occupazione dello Stato da parte dei partiti, fa tutt'uno con la guerra per bande, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo.
Ecco perché la questione morale è il centro del problema italiano ed ecco perché i partiti possono provare ad esser forze di serio rinnovamento soltanto se affronteranno in pieno la questione morale andando alle sue cause politiche..”
sono di Enrico Berlinguer e come scriveva Scalfari ieri sono di drammatica attualità oggi, per noi , qui nel mezzogiorno… ecco perché nella discussione sul libro ho detto che non ero d’accordo con Paolozzi.. la questione morale è centrale, non è questione giudiziaria.. è molto di più .

2 Comments:

  • Caro Alfredo, la questione morale è sempre più attuale e mi fa piacere che tu nei abbia parlato nel tuo blog.
    Credo che oggi non possiamo parlare di ‘questione morale’ tenendo insieme la accezione strettamente politica e quella politico-giudiziaria.
    La “questione morale”, sottolineata da Enrico Berlinguer, deve oggi riferirsi in primis alla occupazione dello Stato da parte di partiti o meglio di potentati che fanno solo riferimento a partiti, alla degradata concezione della amministrazione pubblica e delle modalità di confronto all’interno dei partiti, al disinvolto slittamento di eletti da un partito all’altro, ai sistemi di elezione o nomina alle cariche pubbliche e nelle istituzioni, al ‘teatrino’ in queste ultime (v. caso Autorità di Vigilanza) all’esercizio politico dissociato e aldilà del consenso dei cittadini (v.caso Napoli). Le questioni della legalità delle gestioni politico-amministrative (ladri, corrotti, concussori in sfere più o meno alte della politica e dell'amministrazione,etc.) rimangono altra cosa e non debbono rientrare in una ‘questione morale’.
    Per dirla diversamente, abbiamo una questione morale della politica, che attiene al rapporto coi cittadini, e ed un questione politico-giudiziaria cioè del potere politico corrotto che attiene alle leggi ed alla società. Da una parte abbiamo il metodo di far politica, una etica della politica che definiamo ‘questione morale’; mentre le questioni giudiziarie che coinvolgono politici ed amministratori ne sono il prodotto. E non è certo positivo a proposito della magistratura parlare di ‘eccesso di discrezionalità’ e di rischio di ‘arbitrio’.
    Giuseppe Roma direttore generale del Censis dice: “la criminalità si traduce in affarismo, che crea una zona grigia fra le maglie della società civile, che rischia di corrompere dall’interno il sistema”. E’ la zona grigia della politica e della società civile quella che è più pericolosa e inaridisce la società.
    La questione morale politica rimane centrale (come tu dici) e primaria, a monte di ogni altra considerazione. Recentemente Masullo ha detto : “La scorrettezza nella gestione della cosa pubblica da parte degli eletti dal popolo non pone un problema morale o politico, ma ben più radicalmente la questione civile della fiducia tra gli uomini: lo star fuori o dentro il patto, fuori o dentro la condizione «civile».”
    Naturalmente c’è chi trova più per lui opportuno vedere le illegalità nel più ampio e imprecisato‘pool’ di una ‘questione morale’. Ma è anzitutto a questo modo di vedere che dobbiamo opporci.
    Pietro Santoianni

    By Anonymous Anonimo, at 11/2/09 8:33 PM  

  • molto intiresno, grazie

    By Anonymous Anonimo, at 23/11/09 8:56 PM  

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