Il Blog di Alfredo Budillon

giovedì, settembre 27, 2007

Lettera da Enrico Letta


Carissimi,
vi scrivo questa email per esprimervi un sentito, sincero, forte ringraziamento.
Un grazie detto con il cuore per l'enorme sforzo che avete fatto in questi mesi. Grazie per la costanza. Grazie per averci creduto fin da subito insieme a me. Grazie perché solo con il vostro aiuto siamo riusciti a ottenere un risultato che solo un mese e mezzo fa sembrava impossibile, a causa soprattutto di un sistema di regole che non ci ha certamente favoriti.
Oggi la notizia è ufficiale: abbiamo presentato in ciascuno dei 475 collegi la lista de «I democratici per Enrico Letta»: 2.405 candidati, 61.880 firme. Oltre a tutti i candidati nelle liste regionali, sia quelle completamente composte di candidati nostri, sia quelle che, per ragioni di specificità territoriale, abbiamo deciso di presentare insieme ai sostenitori di altri candidati alla segreteria nazionale. In tutto 6.100 candidati! Tutti i dettagli saranno esposti giovedì pomeriggio, durante la conferenza stampa di presentazione delle liste.
La nostra lista è l'unica che ha raggiunto una copertura al cento per cento di tutto il territorio nazionale. Nessuna altra lista ci è riuscita. è un risultato eccezionale. E la nostra prima battaglia è stata vinta.
Abbiamo, contando solo sulle nostre forze, messo in moto una macchina logistico-organizzativa gigantesca. Per il Partito democratico. Per il nostro Paese. Per tutti coloro che ci chiedono aria nuova, rinnovamento, ringiovanimento. Per tutti quelli che vogliono davvero una politica diversa.
è stato questo l'obiettivo prioritario della prima fase della campagna elettorale: non raggiungerlo avrebbe comportato uno svantaggio oggettivo difficilmente colmabile. Basti pensare che per il meccanismo elettorale scelto, quando in un collegio non c'è la lista collegata, il candidato alla segreteria non può raccogliere nemmeno un voto.
Fin qui gran parte delle nostre energie sono state rivolte all'organizzazione territoriale di liste e firme. Da adesso in poi - stanchi, ma forti del nostro primo successo - entriamo nell'ultima fase della campagna elettorale, che vedrà tutti i candidati ed io stesso, in prima persona, completamente concentrati sulla diffusione della nostra idea di Partito democratico. Perché, oggi più che mai, siamo convinti che la nostra battaglia per dare alla politica nuova dignità e freschezza sia più che necessaria, sia una nostra responsabilità. Ci concentreremo quindi sulla comunicazione e cercheremo di garantire in tutte le città italiane incontri e dibattiti con me e con i nostri candidati.
Una responsabilità personale di ciascuno di noi, ma soprattutto collettiva: perché la politica si fa solo se rappresenta la realizzazione di un progetto collettivo. E 6.100 candidati sono una grande collettività.
Ci manca l'ultimo miglio: e allora avanti fino al traguardo, con la testa alta e correndo fortissimo!

mercoledì, settembre 26, 2007

Alle Primarie del Partito Democratico il 14 Ottobre SONO CANDIDATO nella lista I DEMOCRATICI PER ENRICO LETTA

Candidato Segretario NAZIONALE Enrico Letta Candidato Segretario REGIONALE Eugenio Mazzarella

Collegio Napoli 22: Agerola, Anacapri, Capri, Gragnano, Massa Lubrense, Meta, Piano di Sorrento, Pimonte, Sant'Agnello, Sorrento, Vico Equense

Assemblea Costituente Nazionale

1) Alfredo Budillon

2) Ginette Honorè Fermariello

3) Gianvincenzo Esposito

4) Chiara Guadagnuolo

Assemblea Costituente Regionale

1) Paola Mazzina

2) Massimo Trignano

3) Antonella Illiano

4) Antonino Esposito

5) Angela Aiello

6) Gianluca Viva

7) Norma Staiano

8) Ivan Gargiulo


Collegio Napoli 2 : Chiaia, Posillipo, Vomero

Assemblea Costituente Nazionale

1) Amedeo Lepore

2 ) Marinella De Nigris

3) Francesco Morra

4) Valeria Alinovi

5) Gilberto Antonio Marselli

Assemblea Costituente Regionale

1) Marinella De Nigris

2) Antonio Solano

3) Giuliana Di Fiore

4) Alfredo Budillon

5) Maria Luisa Camardella

6) Mario Rusciano

7) Carla Guerriero

8) Alberto Mario Garofalo

9) Ida Martino

10) Antonio Vosa

sabato, settembre 08, 2007

Appoggio a Mazzarella e profilo nuovo del PD in Campania

La proposta avanzata ieri da alcuni intellettuali, di Eugenio Mazzarella, preside della facoltà di Lettere alla Federico II, come segretario regionale campano del partito democratico, consente finalmente di ragionare in concreto anche sul profilo di partito da costruire nella nostra regione. A me sembra una proposta molto convincente che interpreta l’esigenza di molti che si sono avvicinati o si stanno avvicinando al processo di costruzione del partito democratico in occasione delle primarie del 14 ottobre e che proprio in queste ore stanno ad esempio apprestandosi a firmare per la presentazione delle liste per l’assemblea costituente nazionale e regionale del PD. Quello di cui si sente bisogno non è infatti un nuovo partito bensì un partito Nuovo ed il Partito Democratico, se vuole essere tale, deve rispondere necessariamente alle caratteristiche di partito aperto, plurale e con capacità di governo. Purtroppo, la cultura e la pratica politica a cui si sono formate le classi dirigenti in questi anni è un pesante macigno sul percorso di costruzione di un Partito nuovo ed effettivamente Democratico, in modo particolare in Campania. Per innovare e sviluppare la democrazia occorrono culture e pratiche “partecipative”, e si fa fatica a cogliere comportamenti adeguati nelle persone a cui sono stati affidati importanti ruoli politici e istituzionali. E’ diffusa tra gli elettori di centrosinistra una forte voglia di poter discutere, di scegliere i propri rappresentanti, di partecipare alle scelte politiche del centrosinistra e accanto a questo l’ incapacità dei partiti attuali di saper rispondere a questa esigenza. E dunque innanzitutto Il Partito democratico deve dotarsi di regole di partecipazione democratica per la selezione delle classi dirigenti anche attraverso strumenti democratici come le primarie, che vanno dunque valorizzate in modo limpido e trasparente con candidature plurime di uomini e programmi. Il Partito Democratico dovrà essere infatti un partito di progetto e di programma che riconosca il pluralismo culturale e politico. Non una confederazione di correnti ma ad un partito che sappia garantire il ruolo delle minoranze che limpidamente si vengono a formare su piattaforme programmatiche diverse nelle fasi congressuali. Dunque un partito che discuta, si divida ma sappia poi assumere scelte, ampiamente condivise, ma scelte precise. Un partito che, nel fare questo, sappia individuare forme democratiche in cui i singoli individui possano esprimersi in base alla propria convinzione e non in base all’appartenenza ad un gruppo o corrente. Il Partito Democratico dovrà essere un “luogo di accoglienza e promozione” per tutti i cittadini che vogliano partecipare al processo di formazione delle scelte politiche, su temi e ai livelli territoriali e culturali più congeniali. Un partito democratico che faccia delle differenze una ricchezza, un partito di donne e di uomini che faccia tesoro delle esperienze dei più anziani ma che trovi nuova linfa nei nuovi saperi dei giovani deve dotarsi di regole che garantiscano la rappresentanza di genere ed il ricambio generazionale. Dunque un partito in grado di provocare un vero “rimescolamento” culturale, senza ingessarsi già in partenza nella formazioni di gruppi in riferimento alle “culture” politiche di provenienza. E’ anche per questo che il profilo di Mazzarella mi convince. Un partito dove possano essere valorizzate competenze, merito passione all’impegno politico. E’ inutile sottolineare come queste esigenze siano tra loro tutte collegate e che proprio qui in Campania, ce ne sarebbe un gran bisogno. Infine un partito che sappia trovare equilibrio tra dimensione nazionale e un modello federale che valorizzi l’autonomia e la peculiarità delle organizzazioni territoriali. E dunque il segretario regionale deve essere scelto in questa regione non partorire da equilibri politici nazionali..

mercoledì, settembre 05, 2007

L'Appello I DEMOCRATICI PER ENRICO LETTA


«Libertà, mobilità, natalità. Il paese è fermo, bisogna dargli una sterzata». Il Partito democratico nasce per questo. La Campania è doppiamente ferma. E in Campania il Partito Democratico ha un doppio lavoro da fare.

Candidandosi alla guida del PD, Enrico Letta ha segnalato la necessità, per rimettere in moto il Paese, per ridargli competitività, di una politica “competitiva”. E’ un punto ineludibile. Competitività in politica è capacità di ascolto e di dialogo con le istanze sociali, capacità di proposta, e capacità di decisione, capacità di dare risposte ai problemi. Ma competitività in politica è anche autorevolezza e credibilità. Una politica competitiva è moralità ed efficienza: la moralità dell’efficienza, l’efficienza della moralità. E’ di questa politica, che sia credibile nell’invitare i cittadini alla partecipazione democratica e che allontani la deriva pericolosa dell’antipolitica, che il Paese ha bisogno. E la Campania ne ha doppiamente bisogno.

Questa politica, questo partito non ha bisogno di ideologie che non sono più idee, o di un Pantheon di icone e citazioni buone per ogni discorso, in attesa che si decida cosa fare, ma di cose da fare, di idee da far camminare, di decisioni da prendere, e di interpreti credibili, uomini e donne, per realizzare tutto questo.

In Campania è forte il rischio che il confronto su idee e programmi per il territorio, per l’interpretazione campana della via al PD, pur necessario, si risolva nella liturgia dei manifesti programmatici, facendo passare in secondo piano un elemento programmatico altrettanto fondamentale, questo sì che interessa la gente: il bisogno di visibili elementi di quella discontinuità politica da tanti avvertita come prerequisito per ricostruire un clima di fiducia tra politica e cittadini. Un nuovo percorso e un nuovo patto con i cittadini, ha bisogno in Campania, in chi si candida a guidarlo e in chi lo firmi, di credibilità nella capacità di interpretare questo bisogno.

Il Paese ha bisogno di una nuova qualità della politica. Di una nuova qualità dell’amministrazione pubblica. Di una nuova qualità dello sviluppo socio-economico. Queste cose vanno insieme. La politica non può più essere percepita come un costo, ma come investimento sociale produttivo, che dia al paese sviluppo e coesione. Ridurre i costi della politica significa da un lato ridurre la lievitazione abnorme del ceto politico, e i costi istituzionali che vi sono connessi, dall’altro ridurre il costo percepito della politica da parte dei cittadini per la sua inefficienza amministrativa e per la sua incapacità di interpretarne i bisogni. Solo la capacità di individuare e sciogliere i nodi della stagnazione istituzionale, sociale e politica del Paese con gli strumenti della buona politica e dell’amministrazione efficiente può ridargli slancio. Il PD nasce per proporre al paese un nuovo modo di essere, un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di gestire nella cosa pubblica, che riprenda il filo interrotto del meglio delle grandi tradizioni politiche che hanno deciso di dar vita a questo processo, a questa speranza, a questa necessità.

Non è indifferente a tutto questo, che la rappresentanza politica sia scelta con modalità che ridiano da un lato ai cittadini la possibilità di decidere chi debba rappresentarli, e dall’altro limitino il rischio di consegnarne ampi settori a zone ambigue, grigie, quando non peggio della politica. L’indifferibile impegno per una nuova legge elettorale dovrà farsi carico di entrambe queste essenziali esigenze.

In Campania questo significa l’impegno a costruire un partito aperto alla società e custode di un impegno nella cosa pubblica capace di contribuire ad affrontare e risolvere il nodo della questione del mezzogiorno: una modernizzazione senza sviluppo economico e civile, con la consapevolezza della necessità di ridare valore ai tempi, riducendo sostanzialmente la dicotomia tra le scelte e la loro realizzazione.

La Campania ed il mezzogiorno non saranno il problema del paese, ma il suo futuro, se la politica sarà capace di mettere in valore il capitale sociale che vi è presente, a cominciare dai suoi giovani, liberando meriti e competenze dai freni della dipendenza e delle inefficienze di sistema. Nella sua responsabilità di governo nelle istituzioni locali il PD dovrà mettere mano davvero alla riforma delle macchine amministrative a tutti livelli, anziché - come finora si è prevalentemente fatto - enunciarne il proposito e secondarne clientelarmente le inefficienze, aggiungendovi la beffa dell’implementazione di necessità di un abnorme ricorso allo strumento della consulenza per portare avanti le proprie politiche di spesa. Ed affrontare con decisione il nodo del ramificato sistema parapubblico di società, la cui finalità spesso non è stata quella di risolvere un problema o erogare un servizio, ma piuttosto di un sostegno improprio ed improduttivo all’occupazione, drenando risorse pubbliche e alimentando ulteriori clientele. Una politica di consenso senza governo, arenatasi nel discredito sul cumulo dei disagi e delle emergenze, sulle diseconomie del non governo. Solo un cambio di passo su questo terreno renderà possibile uscire dalle emergenze della regione a cominciare dai rifiuti e dalla criminalità, prerequisito di ogni politica di sviluppo e di rilancio del territorio; e un trasparente ed efficiente utilizzo dei fondi europei a sostegno delle politiche regionali e nazionali per il mezzogiorno: una finestra di opportunità che è aperta per l’ultima volta e che non possiamo continuare a sotto utilizzare o sprecare. Solo così sarà possibile immettere nel mezzogiorno ed in Campania una forte dose di mercato e competizione per scardinare la criminalità organizzata e il suo intreccio perverso con la politica, attirando imprese dal nord e liberando le energie migliori del territorio; ed offrire tutela sul versante delle politiche sociali a chi davvero ha diritto a tutele, e non ha a chi tutele improprie ha la forza di garantirsi.

Ambiente, reti infrastrutturali, scuola e formazione, università e ricerca, turismo, sicurezza del territorio, politiche di accompagnamento al rilancio produttivo, marketing territoriale, una buona sanità, politiche sociali virtuose nel sostegno ai più deboli e al ruolo delle donne nella famiglia e nella società, sono le filiere dello sviluppo cui la politica deve applicarsi. Con il Partito democratico possiamo cambiare. Con il Partito democratico dobbiamo cambiare il Paese e la Campania.


Eugenio Mazzarella

Raffaele Cananzi

Mario Raffa

Mario Rusciano

Erminia Agozzino

Pina Amarelli Mengano

Patrizia Boldoni

Alfredo Budillon

Fabio Ciaramelli

Roberto Defez

Umberto De Gregorio

Marinella De Nigris

Enrico De Simone

Paola De Vivo

Giuliana Di Fiore

Amedeo Di Maio

Linda Di Porzio

Giovanni Esposito

Amelia Filippelli

Adriano Giannola

Biagio Grasso

Annamaria Lamarra

Massimo Lo Cicero

Silvio Lugnano

Carlo Mamone Capria

Fabrizio Mangoni

Rosita Marchese

Gilberto Marselli

Gustavo Mita

Luigi Musella

Aurelio Musi

Fabbio Nupieri

Vincenzo Pavone

Antonio Principe

Aldo Schiassi

Goffredo Sciaudone

Vincenzo Sica

Norma Staiano

Valerio Tozzi


Per aderire all’appello invia una mail con i tuoi dati a info@enricolettacampania.it


 

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