Veltroni fugge ancora una volta di fronte alle responsabilità
Non mi associo a quanti in queste ore plaudono al gesto di Veltroni come dignitoso e di grande esempio politico. E’ la seconda volta che Veltroni di fronte a responsabilità politiche pesanti , più che assumerne fino in fondo le conseguenze, fugge, utilizza la scorciatoia più facile ed ad effetto. Lo fece anche nell’imminenza della sconfitta politica del Centrosinistra da segretario dei DS quando abbandonò la nave prima del tempo per candidarsi a Sindaco di Roma, celebrando in grande stile la sua vittoria sulle macerie del centrosinistra che intanto perdeva alle politiche. Lo ha fatto ancora una volta ieri, quando tutti e tutto gli consigliava dopo il bel gesto di mantenere il PD fino alle elezioni tra qualche mese. Questo sì sarebbe stato un sacrificio politico di responsabilità. Traghettare in questi mesi difficili tenendo insieme la baracca per poi lasciare. Lo ha fatto con grande dignità Fassino nei DS portandoli allo scioglimento. Avrà pensato che abbandonare ora significa poter giocare ancora un partita rifacendosi una verginità politica (non subito certo) a differenza di quanto avrebbe potuto fare dopo aver gestito il momento più difficile del PD e averlo portato al Congresso. Un Congresso dove - mi auguro- dal basso verrà la spinta per un vero ricambio generazionale. Questo è quello che penso in modo crudo,. Conoscendo la storia politica di Veltroni non votai per lui in quelle finte primarie che lo consacrarono segretario. E sostenni il giovane Letta come ho scritto nell’ultimo post. Nel merito credo che il PD paghi l’idea non tanto di un partito a vocazione maggioritaria –idea probabilmente condivisibile guardando agli altri paesi europei- quanto che per perseguire questo obiettivo si annacqui l’identità di forza politica riformista di sinistra. L’ho scritto qualche giorno fa : gli elettori vogliono coerenza di comportamento e idee/progetti chiari con scelte di campo , lo fanno Obama e i democratici americani in queste ore, la copertina dell’ultimo numero di Times mette il faccione di Karl Marx e News week parla di un ritorno al “socialismo” inteso nel senso migliore come ritorno della politica e delle Istituzioni nel governo del Mercato e nella difesa dei diritti di tutti ma soprattutto di quelli che questi diritti non li hanno, i più deboli, quelli che con questa crisi economica pagano il prezzo più alto. E allora che senso ha l’equidistanza rispetto allo sciopero della CGIL. O ancora la mancanza di una chiara presa di posizione sulle questioni più eticamente sensibili. Va bene ricercare un alto e decente compromesso laico tra sensibilità diverse come la Bindi e la Pollastrini fecero sui DICO, ma non a costo di perdere grandi pezzi di consenso- e di elettorato- che non vota Berlusconi –con gli elettori di Berlusconi la partita è persa- piuttosto restano a casa. In Sardegna il 35 % degli elettori è rimasto a casa !